Le Etichette Discografiche

le etichette discografice
Scrivendo, abbiamo rischiato di creare un articolo controverso. Sai, è difficile trasmettere il vero concetto delle etichette musicali. Navigando nel web, oltre alle definizioni ultra-imparziali di Wikipedia, trovi un sacco di m***a.
 
Leggende, miti, pettegolezzi, indignazioni, scandali, critiche, cattiverie di ogni tipo… Sia sulle etichette discografiche, sia su organi come la S.I.A.E.
 
In questo articolo ci concentreremo sulle prime, e ti diremo, come sempre, delle cose che molto probabilmente non ti piaceranno per nulla.
 
Risponderemo alle domande più classiche:
 
Che cosa sono le etichette discografiche?
Mi serve un’etichetta discografica?
Come fare per farsi scoprire dalle etichette discografiche?
 
E concluderemo con un aneddoto tanto divertente quanto triste che ti farà aprire gli occhi su questo ambiente musicale.
 
Sei pronto? Cancella tutti i preconcetti e tutto ciò che “hai sentito dire” dalla tua mente, e prenditi qualche minuto per te.
 
Partiamo.

Cosa sono le etichette discografiche?

Le etichette discografiche (o case discografiche) sono aziende commerciali specializzate in produzione, distribuzione e promozione di musica.
 
Già da questa definizione, dovrebbe accendersi una spia… “Azienda”… Non circolo, non club, non beneficenza… AZIENDA.
 
Ti lasciamo un attimo in sospeso su questo concetto, lo riprenderemo fra qualche riga, giusto il tempo di terminare le definizioni canoniche e le classificazioni dei diversi tipi di etichetta.
 
A proposito… Sai perché “etichetta” è sinonimo di “casa discografica”?
 
Storicamente, l’attività principale delle etichette discografiche è quella di stampare dischi: incidono la musica sui supporti fisici – dai vinili ai CD passando per le musicassette – e si occupavano inoltre della sua distribuzione nei primi store digitali. Le origini del termine sono però da ricercarsi nei vinili: al centro dei dischi venivano stampate tutte le informazioni della casa discografica che lo aveva prodotto… proprio sull’etichetta del vinile. Da qui, la definizione di “etichetta discografica”.
 
Le informazioni raccolte fino ad ora comunque non sono sufficienti per definire l’attività delle etichette discografiche. Potresti fare confusione… Ecco che ci viene in aiuto questa semplice definizione:
 
la casa discografica inserisce la tua musica in un contesto industriale e commerciale.
 
Non a caso si parla spesso di INDUSTRIA discografica, proprio perché, volenti o nolenti, i brani entrano in un contesto di produzione, distribuzione e vendita. 
 
Esisterà sempre chi difenderà a spada tratta la “purezza” della musica, credendola un’arte estranea ai giri d’affari… Ma non prendiamoci in giro: anche tutti i grandi artisti del passato, i musicisti maledetti, e chi ha fatto la storia di un genere o della musica stessa, prima o poi è finito nel BUSINESS della musica… Ed è giusto che sia così. Pensare di vivere con la propria musica senza guadagnarci un singolo quattrino è una concezione alla “pittore povero” che non ha benefici, ne per te, ne per chi ti sta accanto, ne per chi verrà dopo di te.
 
Sappiamo di averti dato un bello schiaffo di realismo, ma queste nostre parole vogliono essere di sprono: hai davvero l’obiettivo di lavorare con la tua musica per non lavorare più un giorno della tua vita? Allora segui attentamente la filosofia di Music X…
 
Se nonostante tutti i nostri contenuti rimani convinto che un artista debba solo comporre e che prima o poi qualcuno lo noterà per grazia divina o per l’allineamento dei pianeti… Mi spiace non possiamo aiutarti, non parliamo la stessa lingua.
 
Se stai continuando a leggere, allora sei pronto per scoprire la classificazione delle etichette (e qualche verità scomoda che le riguarda). Proseguiamo.
 
Le case discografiche vengono classificate in tre categorie principali: le major, le indipendenti e le vanity.
 
Le major sono le multinazionali del mondo musicale, e sono ovviamente le realtà più ambite. Si tratta anche dei player più anziani, poiché dominano la scena da oltre cinquant’anni.
 
Quando si parla di major, ci si riferisce in particolare alle tre sorelle: Sony Music EntertainmentUniversal Music Group e Warner Music Group.
 
Inutile dire che queste, sono le case discografiche con la maggiore influenza sul mercato, e sono ancora in grado di decidere cosa far funzionare e cosa soffocare… Anche se questo meccanismo, oggi, è frutto di un equilibrio tra come si muovono gli artisti online, come risponde il pubblico e le proposte che scelgono di spingere le etichette stesse. Aumentano infatti i casi di artisti indipendenti che, dopo un’azione virale sui social, finiscono per firmare contratti importanti con una di queste tre sorelle… Ma la domanda da porsi è: sono pronti per firmare? Ti lasciamo con questa pulce nell’orecchio.
 
So che stiamo sparpagliando diversi pezzi di un puzzle che sembra incompleto, ma al termine dell’articolo avrai tutto più chiaro. Continuiamo.
 
Tutto ciò che si trova al di fuori del circuito delle major, rientra nella categoria delle etichette indipendenti. Sono le case discografiche preferite soprattutto dagli artisti emergenti, che possono sentirsi molto più liberi e in controllo sulla propria musica e su tutto ciò che la riguarda.
 
Ovviamente, le indipendenti non hanno una gittata ampia come le major, infatti collaborano spesso con quest’ultime stringendo accordi per la distribuzione fisica (non digitale) e per altri accordi commerciali o per le licenze. Sono le major infatti che riescono a farsi ascoltare dalle grandi radio, dalle testate giornalistiche più importanti, e sono sempre loro che possono far arrivare il tuo album sugli scaffali della grande distribuzione e dei piccoli negozi.
 
La terza e ultima categoria, è rappresentata dalle vanity label, le etichette fondate e gestite dagli artisti stessi a scopo di auto-promozione. Si tratta di etichette (quasi) completamente indipendenti, che garantiscono totale libertà di gestione (sulla musica, sui testi, sul tono della comunicazione, sulle grafiche, ecc.). Non sono totalmente indipendenti per un semplice motivo… Anche loro, come la categoria precedente, si appoggiano spesso alle major.
 
Ebbene sì: è facile pensare che le vanity siano etichette fondate dagli artisti e finanziate dagli artisti stessi… La realtà vede le vanity finanziate dai grandi nomi. Un esempio concreto: nel 2004 Mike Shinoda dei Linkin Park, insieme a Brad Delson, fondano la Machine Shop Records, vanity che ha pubblicato i lavori degli stessi Linkin Park e anche del side-project di Mike Shinoda, Fort Minor. Questa etichetta NON è finanziata da Mike e Brad, ma da Warner Bros. Records.
 
Bada bene, quando assisti alla nascita di una label di questo tipo stai assistendo a uno di questi due fenomeni: o l’artista se la canta e se la suona da solo (senza un vantaggio vero e proprio per la sua carriera), oppure fa parte di un piano più grande supportato da una delle tre sorelle.
 
Queste sono le tre classificazioni principali. Arrivati a questo punto, riprendiamo uno dei concetti che abbiamo lasciato in sospeso all’inizio, ovvero il concetto di “azienda”.
 
Come hai notato, la potenza e il raggio d’azione delle major è praticamente invincibile. Quando si parla di major inoltre, c’è chi le venera incondizionatamente, e c’è chi le denigra, dando loro delle sanguisughe che fanno i soldi sulle spalle e sul talento degli altri.
 
Ebbene tu, da Imprenditore-Artista in contatto con Music X, non devi ragionare ne in uno ne in altro modo. Devi ragionare per interessi. Il tuo interesse è sostentare la tua vita con la musica: lavorare con la tua passione più grande, così- ripetiamo – da non dover lavorare più un giorno in tutta la tua vita. A conti fatti vuoi guadagnare con la tua musica. Le case discografiche hanno lo stesso modello di business: guadagnare con un prodotto artistico, ovvero la musica.
 
I vostri interessi coincidono.

Mi serve un’etichetta?

Ci sono vie infinite per riuscire a guadagnare con la propria musica, bisogna solo essere consapevoli delle possibilità, del proprio potenziale, ma soprattutto bisogna imparare a fare marketing. Imparando il marketing sarai in grado di potenziare la percezione che le persone hanno di te e del tuo prodotto musicale. Questo ti permetterà di
 
  • creare una fan base e accrescerla di anno in anno, rimanendo indipendente a vita
  • oppure di farti notare dalle major e dare un boost alla tua attività musicale
 
Se in questo articolo speravi di trovare la risposta alla fatidica domanda “mi serve un’etichetta”, beh… la risposta è dipende da te.
 
È indubbia la potenza delle case discografiche, ma non puoi approcciarti ad un’etichetta sperando che loro creino il tuo successo dal nulla. Devi avere TU un’idea chiara del TUO successo, e puoi coltivare questa idea da solo o con un’etichetta a supporto.
 
Dipende da te.

Conosci le etichette discografiche italiane

Se nei tuoi piani hai previsto di raggiungere un’etichetta che ti sostenga, ti sarà utile conoscere i player principali italiani. Di seguito trovi una carrellata delle etichette italiane più influenti. Si tratta di un elenco limitato… Ci è impossibile raccogliere tutte le italiane in poche righe; considera che solo in Italia, tra quelle iscritte ad AFI, PMI e Audiocoop, si possono contare più di 200 etichette (e questo solo qualche anno fa, i numeri sono in costante crescita).
 
Ti interesserà comunque sapere che, tra le etichette discografiche nostrane spiccano innanzitutto la Sugar Music e la Carosello Records. Per queste, è doveroso citare artisti dal calibro di Andrea Bocelli, Negramaro, Elisa, Malika Ayane, Motta, Madame, per poi proseguire con Thegiornalisti (poi passati alla Universal poco prima della scissione) e ancora Coez, Ghemon, Emis Killa, Diodato e Federica Abbate.
 
Continuiamo poi ad esplorare il panorama con altri nomi come la Mescal, che ha lavorato con Subsonica, Afterhours, Bluvertigo, e che ha contribuito all’ascesa di Ermal Meta; e per ricordare le realtà storiche possiamo citare Ala BiancaNar International e la SAAR Records.
 
Dagli anni dieci del nuovo millennio, hanno fatto capolino poi una serie infinita di etichette indipendenti con una gestione manageriale innovativa e un’attitudine a media company vincente. Tra queste non possiamo non nominare subito la Machete con Salmo e Nitro, la Thaurus di Shablo e Sferaebbasta, la Honiro che ha lavorato su Ultimo e Mostro, la Bomba Dischi per Calcutta e Franco 126, e la Maciste Dischi con Gazzelle e Fulminacci.
 
Ma se sei curioso di saperne di più proseguiamo: 42 Record che collabora con Colapesce e Dimartino, Garrincha Dischi con Lo Stato Sociale ed Ex Otago, Woodworm, che è soprattutto management ma agisce spesso come un’etichetta a supporto di artisti come Rancore e La Rappresentante di Lista… E poi ancora La Tempesta Dischi, La Grande Onda, La Clinica Dischi, V4V, Rusty Records, Trovarobato, Black Candy Records e tonnellate di altre realtà che non sono meno importanti, ma che lo spazio tiranno di questo articolo ci costringe a non nominare.

Come farsi notare dalle etichette discografiche

Siamo arrivati alla domanda cruciale. Già ti abbiamo spoilerato cosa dovresti fare per farti notare, ma è meglio premere su questo punto, e tra poco ti racconteremo anche un aneddoto che siamo sicuri ti trasmetterà il giusto messaggio.
 
Nell’immaginario comune, se hai un’etichetta spacchi.
Se hai un’etichetta, vieni ricoperto di soldi.
Se hai un’etichetta, il successo ti piove addosso.
 
Non è niente di tutto questo.
 
Le etichette sono un enorme aiuto per sostenere tutte le spese, perché diciamolo… Fare musica a certi livelli, costa.
 
La casa discografica ti finanzia la produzione del disco, il video, la promozione, le uscite stampa, e altre attività satellite.
 
Sull’attività dell’etichetta l’artista guadagna dall’anticipo del contratto firmato con la label… Ma è molto probabile che questa cifra venga reinvestita per altre attività utili. Poi, tutti i primi guadagnai dal progetto musicale servono per rientrare nell’investimento che l’etichetta ha fatto sull’artista. Una volta rientrati in tutte le spese, si può parlare di guadagni… MA ATTENZIONE:
 
l’etichetta non è lì per muovere le tue fila come un burattino. Non è l’etichetta che può dirti cosa fare e come farlo… Ci saranno sempre dei vincoli contrattuali perché la tutelino da una comunicazione scorretta, certo, ma la casa discografica non può fabbricare il tuo successo… Altrimenti lo farebbero da sole, senza venire a cercare proprio te, e creando talenti a tavolino, non credi?
 
Cosa ti serve quindi per farti notare dalle etichette e avere successo con la tua attività musicale da loro amplificata?
 
COMPETENZE.
 
Arriviamo all’aneddoto chiave. Armati di fazzoletti, non saprai se ridere o piangere al termine di questo brevissimo racconto.
 
Una persona a noi molto vicina è stata contattata più di 1 anno fa da un famoso gruppo musicale di livello mondiale (capisci bene che non possiamo fare nomi…).
 
La loro intenzione, era quella di accrescere l’efficacia della loro attività su Instagram, perché avevano “solo” poco più di 200 mila followers. Volevano più seguaci, e volevano che questi rispondessero di più ai loro contenuti.
 
Lasciando stare l’errore madornale che contiene questo ragionamento – non possiamo trattarlo in questo articolo, andremmo fuori argomento – la cosa che più ci ha lasciato sconcertati era la situazione.
 
Ti abbiamo detto che il gruppo gode di fama mondiale, giusto? Ma ti abbiamo dato solo i numeri di Instagram… Su Facebook il gruppo ha raccolto più di 1 milione di Mi Piace.
 
Più di 1 milione.
 
Hanno calcato i palchi dei festival più importanti, hanno condotto tour da headliner in tutto il globo, hanno fatto la storia di un genere musicale…
 
E hanno contattato noi perché, nonostante abbiano un contratto siglato da anni con una delle tre sorelle del panorama musicale, questo milione di persone è totalmente inattivo. E loro non ne sono neanche lontanamente consapevoli.
 
Non conoscono la minima percentuale delle persone a cui effettivamente arrivano i loro contenuti, non conducono campagne di marketing, non hanno un’attività propedeutica all’ascolto, non cercano di rianimare i ricordi e i sentimenti per i loro concerti storici, non hanno un prodotto evergreen in vendita, non fanno un’attività di remarketing… e possiamo continuare all’infinito.
 
Tutto ciò che divulghiamo gratuitamente con le nostre video lezioni sul canale YouTube, in Community e in questo Blog, non vengono applicate (figuriamoci i concetti avanzati contenuti nella Masterclass di Music X)…
 
… e hanno una major alle spalle.
 
Significa che le etichette sono brutte e cattive? Che se ne sbattono e che pensano ai fatti loro? Tutto il contrario. L’etichetta è lì per sostenerti e per ampliare ogni tua azione e iniziativa… Ma il loro roster è enorme. Non puoi pensare che ti seguano come un bambino, né che puntino il 100% dei loro sforzi su di te non diversificando il loro business.
 
Questo aneddoto deve farti comprendere quanto la TUA preparazione sia importante, sia che tu voglia emergere come artista indipendente, sia che tu voglia portare il tuo business musicale al next level con un’etichetta.
 
Devi essere consapevole, competente, e pronto a qualsiasi cosa… Devi potertela cavare da solo, devi essere in grado di delegare alcune attività e valutare il lavoro degli altri. Devi essere cosciente di ciò che stai firmando e perché…
 
Per esempio: sapevi che nelle ultime due settimane di Gennaio 2021, si contano più di 70 artisti che sono emersi da Tik Tok e che sono stati messi sotto contratto dalle major…? Credi che questi artisti siano davvero allineati con le grandi etichette discografiche sul da farsi…? Pensi che sappiano cosa hanno firmato e credi che abbiano un’idea chiara di cosa vuol dire lavorare come artista…?
 
Ti lasciamo con queste domande aperte (di cui, in realtà, conosci le risposte).

In conclusione...

Non esistono etichette discografiche buone o cattive, quelle che si prodigano per gli artisti e quelle che mangiano sulle loro spalle… Esistono le etichette discografiche, punto.
 
È compito tuo comprendere che i loro interessi e i tuoi coincidono, e l’hai sicuramente compreso grazie a questo articolo.
 
Ora tocca a te. Continua a consumare i contenuti di Music X, diventa un Imprenditore-Artista e lavora sodo per trasformare la tua musica in un business sostenibile.
 
Con una preparazione adeguata, sarai in grado di definire cosa ti aspetti dal tuo progetto musicale, e quali sono le azioni utili per portarlo al successo (con o senza etichetta).
 
Ti ricordiamo che hai a disposizione anche la nostra Community, in cui ogni giorno condividiamo dei contenuti utili e che vengono già consultati da migliaia di artisti consapevoli. Non restare indietro. Iscriviti gratuitamente a questo link → https://musicxmarketing.it/community
 
Se invece vuoi mettere subito il turbo alla tua carriera musicale, abbiamo racchiuso e riordinato tonnellate di materiale VITALE per l’artista nella nostra bibbia: Music X Secrets – I Pilastri del Marketing Musicale.
 
Puoi mettere le mani subito sulla tua copia e sfruttare i BONUS esclusivi che ricevi con il manuale, a questo link: https://secrets.musicxmarketing.it/
 
A presto.
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