Come crescere su Spotify
Questo articolo non ti piacerà per niente.
Il 96,3% degli Artisti con cui abbiamo lavorato, e con cui entriamo in contatto ogni giorno, ci chiede spesso costose consulenze mirate ad un desiderio soltanto…
Come crescere su Spotify
Quando poi accettiamo di andare in consulenza con loro e dopo che gli scardiniamo il cervello, gli Artisti si dividono a metà: c’è chi ne esce gasato, ringraziandoci per aver fatto chiarezza e per avergli fatto capire che Spotify È UNO STRUMENTO di Marketing e non il fine ultimo…
… e c’è chi ci insulta, perché ne rimane profondamente indignato e NON ACCETTA LA REALTÀ DEI FATTI.
Bene, in questo articolo stiamo per rivelarti ciò che abbiamo rivelato a tantissimi Artisti come te (e che ci hanno pagato per sentirsi dire queste cose, quindi ritieniti fortunato).
Scoprirai:
• perché Spotify rimane la tua migliore alternativa come piattaforma di scoperta musicale
• quanto Spotify paga gli artisti
• il sano/perverso meccanismo senza il quale non vedresti un centesimo dall’attività di ascolto in streaming
• le logiche di ripartizione dei guadagni di Spotify
• come crescere su Spotify (sei atterrato su questa pagina per scoprirlo, no?)
• una strategia per dare un boost ai guadagni dallo streaming
Mettiti comodo, prenditi del tempo e sgombra la mente.
Stai per scoprire delle verità scomode.
Ma prima di buttarci a capofitto nel cuore dell’argomento, facciamo una dovuta premessa e osserviamo alcune statistiche su Spotify, capendo perché anche nel nostro corso Music X Masterclass abbiamo deciso di trattare Spotify e non altre piattaforme di streaming.
I numeri di Spotify
Spotify nasce nel 2006 per essere poi lanciata nel 2008. È molto giovane.
Da allora, e ancora tutt’oggi, sta avendo una crescita esponenziale: è quella che ospita il maggior numero di utenti (non di canzoni) ed è quella che si è posizionata per prima nella mente delle persone.
Se infatti dovessimo dirti pensa ad un servizio di riproduzione musicale online, siamo certi che il tuo primo pensiero andrebbe a Spotify.
Spotify detiene il 35% della quota di mercato, contro un 19% di Apple Music e un 15% di Amazon Music (le percentuali rimanenti sono distribuite tra tutte le altre piattaforme).
La maggior parte della musica che viene ascoltata su Spotify NON è nelle Playlist Editoriali (come siamo portati a pensare), ma è nelle playlist generate dagli utenti – le cosiddette Playlist UGC (User Generated Content).
In media, ogni persona che usa Spotify ascolta 40 artisti a settimana, e questo numero è in continuo incremento grazie alle playlist degli utenti; il 39% di queste persone ha un’eta inferiore ai 30 anni: è importante conoscere anche questo dato perché considera che la stragrande maggioranza dei trend, sono sempre lanciati e seguiti dagli utenti più giovani.
E l’Europa è la principale fonte di incasso.
Come puoi notare dai dati soprastanti, Spotify domina il mercato, ed è il luogo migliore dove trovare altri ascoltatori da convertire in fan paganti.
Non puoi permetterti di non essere su Spotify…
Noterai anche tu che dalle informazioni che ti abbiamo riportato manca un dato… Ovvero quanto paga Spotify.
Ne parleremo ora entrando nel vivo dell’articolo…
Quanto paga Spotify gli artisti?
Non ti terremo molto sulle spine, anche perché, detto sinceramente, è un’informazione che puoi trovare facilmente su Google.
Ciò che non ti dicono gli altri “esperti” di Marketing Musicale, i consulenti, le webzine o i bloggers “dalla parte degli artisti” – e tutto il resto del rumore che trovi su Google – è PERCHÉ Spotify paga questa cifra RIDICOLA e dove vanno a finire i soldi restanti.
Nelle prossime righe avrai tutte le risposte (e non ti piaceranno per niente), ma prima devi porti le giuste domande.
Iniziamo da…
Come possiamo valutare il peso economico di una stream?
Sai benissimo che la musica liquida è un concetto che ha preso piede negli ultimi 20 anni, e che prima il consumo di musica era per forza di cose legata ad un supporto fisico – fatta eccezione per i live.
In mancanza di un supporto fisico come un CD, un vinile o una musicassetta era praticamente impossibile ascoltare le canzoni dei nostri artisti preferiti…
L’intera industria musicale è tarata quindi sulle vendite delle hard copies, metriche con cui assegnano anche i vari riconoscimenti come dischi d’oro, di platino, di amianto ecc…
Una cosa che forse non sapevi…
In passato era necessario un disco di platino che facesse da “stampo” per produrre tutti i dischi in vinile. Questo stampo si consumava nel tempo, mano a mano che venivano sfornati i vinili. Ecco perché si parla di “disco di platino”: significa che il disco ha venduto talmente tanto da poter consumare un intero stampo di platino per la sua produzione.
Curioso, non trovi? Puoi rivenderti questa chicca nella tua prossima chiacchierata di networking. Non ringraziarci.
Torniamo a noi.
Con l’avvento del digitale, l’industria musicale si è poi ri-tarata sulla vendita delle copie digitali… utilizzeremo quest’ultime per fare i nostri ragionamenti.
Prendiamo come riferimento le turnazioni iTunes, mettiamole a paragone con un empirico studio dei comportamenti degli ascoltatori da CD (ovvero quante volte viene fatto girare nello stereo o nell’autoradio), e con questo definiamo il numero preciso di streams che equivalgano l’introito (al netto delle commissioni degli store) di almeno un acquisto di un album digitale.
Per convenzione, la media di questo introito dell’Industria Musicale è stata fissata a poco meno di 5,00$ (4,93$ per essere precisi). In altre parole, l’incasso netto della vendita di un album digitale, è di poco meno di 5,00$.
Spotify ha quindi ricercato il numero di streams ottimale che equivalessero circa 5,00$ di acquisto digitale. Ti stai chiedendo come? Non è importante… Non lo sapremo mai. Rientra negli accordi presi con i player del mercato discografico.
La cosa che però sappiamo è che gli streams non sono tutti uguali…
Spotify possiede un piano gratuito e un piano premium, e questi due influiscono in maniera diversa sulle entrate degli artisti (o delle case discografiche).
Un cliente Spotify Premium sta pagando, quindi il suo contributo d’ascolto varrà di più; un cliente Spotify Free darà il suo contributo ciucciandosi le pubblicità.
Quindi, arriviamo a noi…
Qual è questo numero ideale che equivalga un acquisto digitale?
Nel 2018 era 1.475 Streams.
Nel 2019 era invece 1.687 (ed è verosimilmente rimasto invariato nel 2020, o comunque ha avuto pochissime oscillazioni).
Ora a te i calcoli… No? Ok, ci pensiamo noi:
5,00$ / 1.687 = 0,002$
DUE MILLESIMI DI DOLLARO PER STREAM.
E questa è una media.
La realtà dei fatti è che una stream di un account Premium pesa per 0,004$, una stream di un account Free pesa per 0,0009$.
E ci sono una tonnellata di altre variabili: in alcuni paesi come la Germania gli ascolti sono più retribuiti perché il piano premium è più costoso, in altri paesi questo non accade.
Ma teniamo buona la media dei due/tre millesimi, altrimenti ci ritroveremmo a parlare di eccezioni che non fanno la regola.
Alla luce di queste cifre trovare la risposta alle domande fatidiche è piuttosto semplice.
Oh bro, quante streams devo fare per guadagnare 1.000€ al mese?
1.000€ / 0,002 = 500.000
CINQUECENTO MILA.
Ecco spiegato scientificamente il Teorema di Music X, quello che trovi sbobinato nel nostro Video Pilastro I Comandamenti dell’Artista.
Perché insistiamo tanto col dirti di lavorare sul Marketing, sul tuo Brand e sulla Percezione che hanno di te? (Dando sempre per scontata la qualità della musica che componi, come ci insegna l’Ottavo Comandamento di Music X)
Il perché è semplice…
Se sei in grado di muovere 500 mila streams organiche, significa che avrai una fan base piuttosto estesa ed ingaggiata, il che vuol dire che hai un bacino di utenza a cui puoi VENDERE DI TUTTO: CD, maglie, gadget, biglietti, live-streams, membership, featuring, mutande usate, bottigliette d’acqua intrinse di mononucleosi, e chi più ne ha più ne metta.
Capisci quindi che i soldi veri non si nascondono dentro a Spotify (non finché il tuo progetto non esplode), ma sono dove sono sempre stati: nelle tasche dei tuoi Fan, e il Marketing ti aiuta a spostarle nelle tue.
Questo significa che Spotify non conta nulla?
ASSOLUTAMENTE NO.
I numeri che hai visto nell’introduzione di questo articolo devono farti capire che Spotify è un tuo canale di scoperta e di promozione lato marketing, al pari di un canale Social, e come tale devi essere in grado di sfruttarlo a pieno come insegniamo nella Music X Masterclass.
Senza contare il fatto che, se dovessi esplodere, Spotify sarà un’entrata valida e affidabile… Ma non è l’unica come potresti pensare. A questo proposito, ti sarà sicuramente utile consultare il nostro video sul Giro dei Soldi nel Mondo della Musica, lo puoi guardare qui.
Ti consigliamo anche la visione del video Quanto conta oggi Spotify?, in cui facciamo dei ragionamenti partendo dalla domanda.
All’inizio di questo articolo però avevamo promesso di rispondere ad altri tre quesiti:
• capire dove vanno a finire i soldi di Spotify
• come crescere su Spotify
• e un’alternativa valida per boostare le tue entrate dagli streams
Lo spieghiamo introducendo il terzo punto della nostra lista iniziale, ovvero il sano/perverso meccanismo senza il quale non vedresti un centesimo dalla tua attività di streaming.
Iniziamo.
Dove vanno a finire i soldi di Spotify?
Dai ragionamenti che abbiamo appena fatto, potrebbe esserti sorto un dubbio lecito… O forse no. In tal caso, lascia che siamo noi a metterti la pulce nell’orecchio…
Se le streams degli account Premium e quelle degli account Free influiscono in maniera diversa sulle entrate degli artisti… E considerando il fatto che non muovo ancora così tanti ascolti su Spotify…
… dove stra-ca**o vanno a finire i soldi dei clienti Premium che mi ascoltano?
Tieniti forte.
DISCLAIMER IMPORTANTE: le prossime righe non vogliono screditare Spotify, né muovere malcontento. Ma se vuoi davvero fare questo nella vita, è necessario che tu conosca tutti i lati dell’industria musicale… Anche quelli più scomodi.
Facciamo un ragionamento banalizzando all’estremo lo scenario.
Poniamo il caso che un tuo amico questo mese è stato talmente preso dai fatti propri da non aver mai ascoltato Spotify, e che l’unico stream che ha effettuato in 1 mese intero è stato per il tuo nuovo singolo (d’altronde è amico tuo, e gli hai rotto gli zebedei con un Broadcast WhatsApp).
Il suo abbonamento Spotify Premium di 10€ è stato quindi sfruttato per 1 stream, a te.
Immagina poi che la tua amica spigliata (ce n’è sempre una in ogni compagnia), abbia invece utilizzato il suo abbonamento Spotify Premium di 10€ per riprodurre 100 volte “Non mi basta” più di Baby K.
A conti fatti, Spotify ha ricevuto 20€ per 101 streams.
Come ripartisce gli introiti Spotify?
Quanti soldi ricevi tu e quanti soldi riceve Baby K?
In proporzione, è come se tu ricevessi 0,20€… Baby K 19,80€.
Il tuo amico che quindi ha dedicato i suoi 10€ di Spotify Premium a te, in realtà ha foraggiato in gran parte Baby K, con l’aiuto della tua amica spigliata.
ATTENZIONE: si tratta di una finzione teorica perché abbiamo ipotizzato uno scenario che non tiene conto delle variabili in gioco… E soprattutto non hai speranze di prendere 20 centesimi con un ascolto (LOL), ma a conti fatti è ciò che accade nella pratica su larga scala…
A SPOTIFY NON INTERESSA COSA ASCOLTA IL SINGOLO UTENTE.
Hai letto bene.
Ma perché si comporta in questo modo?
Le licenze a Spotify vengono negoziate dalle Major che hanno i cataloghi più grandi e il potere contrattuale più forte. Sono i player che hanno maggior interesse a promuovere e a ricavare maggiori entrate dai singoli di successo (che tendenzialmente finiscono nelle playlist).
Questo tipo di ascolti genera per forza un numero di stream maggiore, mentre gli artisti di nicchia, nonostante abbiano un pubblico molto dedicato che potrebbe anche ascoltare solo loro, ne sono concettualmente penalizzati.
Il sistema sembra corretto: io Spotify raccolgo tutti i soldi e li divido per numero di streams… In realtà è tutt’altro che meritocratico, c’è uno spostamento di valore per il ragionamento che abbiamo fatto prima.
La verità però è una sola: il sistema È CORRETTO… perché è l’unica via.
Senza questo meccanismo, gli artisti medi e di nicchia, che non sanno fare marketing e non sanno muovere gli ascoltatori, non percepirebbero nemmeno quel poco che prendono da Spotify se non ci fossero i grandi player a far funzionare il gioco!
Quindi impariamo a ringraziare anche i grandi registi di questo enorme teatro che è l’Industria Musicale… Altrimenti non ci sarebbe spettacolo alcuno in cui esibirci come attori.
Arriviamo ora alla domanda che ti ha portato qui…
Come crescere su Spotify?
E qui ti farò inca**are… O forse no.
Forse sei già su di giri per le informazioni che hai letto prima e ti aspettavi questo paragrafo.
Forse non hai ancora metabolizzato quello che hai scoperto – è comprensibile – e le prossime righe ti faranno urlare che siamo dei truffatori e che nel tempo che hai impiegato a leggere questo articolo potevi scrivere “il pezzo che spacca”.
Ti sveliamo un segreto… Molto probabilmente il pezzo che spacca l’hai già scritto, ma ti manca tutto l’ecosistema attorno.
Ne parliamo ogni settimana nella Community Privata Music X Marketing su Facebook, e sul nostro Canale YouTube pubblico.
Ma arriviamo a noi… Come crescere su Spotify?
Per aumentare gli ascolti e veder fiorire il tuo profilo Spotify, devi seguire diverse strade:
• devi inserirti nelle Playlist degli utenti
• attivare quelle Algoritmiche di Spotify
• e tentare i Pitch per le Editoriali
• raccogliere traffico con le sponsorizzazioni
• non fare musica di m**da
Questo è il “segreto” (?!) per crescere su Spotify…
Lo sapevo, ti ho fatto inca**are. Permettimi subito di spiegarti: NON ESISTONO TRUCCHI E SEGRETI PER CRESCERE SU SPOTIFY. Non ci sono scorciatoie, non ci sono falle da sfruttare. Ne abbiamo parlato in un nostro video che ha fatto tantissimo scalpore, in cui andiamo a smontare tutto il Mercato Oscuro dietro Instagram e Spotify (clicca qui per vederlo).
Se già conoscevi queste tattiche, hai la conferma che sei sulla buona strada e che non ne esistono altre… Se non le conoscevi sarai rimasto fulminato.
Questa lista di 7 elementi, è esattamente ciò che ti serve per far crescere il tuo profilo Spotify, e come puoi notare tu stesso, non è niente di eccezionale se non una regolare attività di un Artista consapevole: coltivare il rapporto con i fan, sponsorizzare, suonare live, non fare musica di m**da, ecc.
I primi tre punti sono delle azioni mirate a Spotify e sono indubbiamente utili… Ma non sarà grazie a quelle che vivrai con la tua musica. Pensaci: riesci ad occupare uno slot in tante playlist private e pubbliche, riesci a farti strada tra i complessi algoritmi di Spotify, riesci a piacere ad un curatore che inserirà la tua traccia in una playlist editoriale… E poi?
Se non hai un’ecosistema di marketing a sostegno, sarà tutto inutile; la tua traccia sparirà nel giro di qualche settimana, e dovrai ricominciare tutto da capo con la traccia successiva.
Te lo ripetiamo un’altra volta: Spotify è essenziale ma non è l’obiettivo, è uno strumento per raggiungere il tuo vero obiettivo – di cui devi acquisire consapevolezza il prima possibile.
Se senti mancare il terreno sotto i piedi, ora hai due alternative:
• chiudi con rabbia questo articolo e continua a fare come hai sempre fatto, giocandoti la carta della speranza che “prima o poi qualcosa succederà” su cui non hai nessun controllo
• oppure guardati (o ri-guardati) con attenzione i nostri video e costruisci il tuo business musicale passo per passo → inizia da qui, con la nostra Playlist su YouTube
Arriviamo all’ultima promessa di questo articolo-pilastro…
Come boostare le entrate dagli streams?
Una volta compreso il nostro ruolo, qual è il nostro ingranaggio in questo complesso meccanismo… Come facciamo ad agire egoisticamente per portare a casa comunque più risultati da subito?
Se pensi che l’alternativa sia YouTube dovrai ricrederti immediatamente…
È in corso una diatriba da diverso tempo sui compensi che Google rilascia agli artisti, perché sono ancora più bassi degli streams degli account Spotify Free.
Una valida alternativa è presidiare ANCHE le altre piattaforme come Apple Music, Amazon Music, Tidal, Deezer e altri.
Solo Apple Music paga quasi il doppio di Spotify, per intenderci… Amazon Music, pur di conquistare gli artisti, è arrivata a pagare 0,10€ o più per ogni play.
Capisci che a parità di gesto – l’ascolto – è molto più conveniente giocare in altri campetti… Ma Spotify rimane ad oggi il leader di mercato (rifacendoci ai numeri che hai letto all’inizio di questo articolo).
Un consiglio che possiamo darti è comunque quello di curare il tuo posizionamento anche nelle altre piattaforme, e pensare ad alcune iniziative dedicate…
Molte strategie di Spotify possono essere replicate anche con gli altri servizi, bisogna solo imparare a conoscerli.
E per conoscere bene qualcosa, ti ci devi dedicare: attiva un abbonamento per lo streaming service in cui vuoi potenziare il tuo brand e trascorrici del tempo, entra nelle dinamiche che lo governano e vivilo da ascoltatore. Imparerai tutto ciò che ti serve sapere.
P.S. ci rendiamo conto che attivare un abbonamento per ogni streaming service, solo allo scopo di testare l’esperienza di ascolto e conoscere meglio ogni piattaforma, potrebbe essere oneroso a livello mensile. Ma ci sono alcuni tools che ti permettono di condividere i piani di abbonamento in modo legale. Uno di questi è TogetherPrice.
Non ti spieghiamo in cosa consiste, il sito è piuttosto chiaro. Registrati e inizia a spippolare: abbatterai i costi di abbonamento del 70-80% e avrai modo di accedere a tutte le piattaforme che ti servono → clicca qui per registrarti a TogetherPrice
Questo per viverla da ascoltatore… Per viverla da Artista, e quindi avere la tua musica caricata su ciascun servizio appena nominato, ci rifacciamo al buon vecchio DistroKid: il servizio di distribuzione a prezzo forfettario che distribuisce la tua musica su 150+ piattaforme e che ti garantisce il 100% delle royalties.
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Una volta fatto questo, non ti resta che ottimizzare ciascuna pagina Artista di ogni piattaforma di streaming e impregnarla del tuo brand. Esattamente come per Spotify for Artist, anche Apple Music, Amazon Music e altri servizi hanno una pagina di gestione artista e le vedremo nelle prossime guide.
In conclusione...
Siamo giunti alla conclusione di questo articolo.
Siamo certi che ora sarai molto più consapevole della realtà dei fatti.
Questo non ti deve portare a dire “quelli di Spotify sono degli str**zi, io ora mi tolgo e lo dico a tutti!”
Non è quello il mood, e se stai pianificando di farlo, ci dissociamo completamente e anzi… ti diciamo che non hai capito un ca**o.
Se vuoi vivere di musica devi semplicemente sapere come si muovono i soldi, o rimarrai per sempre in balia degli eventi e delegherai il tuo successo a qualcun altro, senza capire perché stai guadagnando (o perché NON stai guadagnando).
Sfrutta Spotify a pieno, conscio dei volumi di traffico che devi muovere e consapevole del fatto che il marketing rimarrà la tua migliore fonte di investimento e di ritorno.
Se hai ancora dubbi, significa che probabilmente non hai letto i nostri articoli o non hai visto i nostri video su YouTube.
Ti invitiamo a rimediare subito.
Guarda i video di Music X → INIZIA DA QUI
Se lo avessi già fatto, e nonostante tutto non sei ancora convinto del ruolo cruciale del marketing nella tua carriera di artista… Non ti possiamo aiutare. Ti auguriamo il meglio e che tu lo possa vivere come un hobby, senza stress e senza delusioni.
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Ti stai chiedendo perché la linkiamo? Perché già solo la pagina di per sé contiene tante risposte e perché presto tornerà disponibile.
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L’iscrizione è gratuita, entra qui → https://musicxmarketing.it/community
A presto.
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